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Comunicazione emozionale

Per catturare l’attenzione dei clienti è necessario trovare nuove “sfere” cerebrali da colpire per conquistarsi l’attenzione, e allora si diffondono nuove aree di indagine, anche scientifica, per capire come fare.
Motivo per cui si parla sempre più spesso di neuromarketing o neurobiomarketing, proviamo a capire un po’ cosa sia.
Il Neurobiomarketing registra le reazioni emotive ed è utile per capire i processi cognitivi e dunque in merito al processo di acquisto il benessere o malessere del consumatore. Con nuove tecnologie informatiche è così capire cosa succede al cervello quando questo è esposto ad un messaggio di marketing.
Le metodologie di indagine principale sono:
Biofeedback: misura e amplifica l’attività elettrica del cervello per mettere in relazione stimolo/reazione
Eye Tracking misura il movimento degli occhi su una superficie, valutando i punti su cui lo sguardo si è soffermato più a lungo.

Queste due metodologie sono decisamente più affidabili che le semplici interviste ai consumatori, nel corso delle quali è più semplice mentire consapevolmente o inconsapevolmente.

Ovviamente la questione su cui applicare queste tecniche è: quali sono le aree cerebrali che più hanno a che fare con la comunicazione?
Certamente il sistema limbico è il responsabile della vita emozionale, ed è il decisore di quali informazioni inviare alla cortecca cerebrale perché le trasformi in pensiero.
Il pensiero rararmente diventa emozione, ma l’emozione spesso diventa pensiero!

Brevemente, le strategie di marketing a cui applicare questi studi possono essere classificate in 3 tipi:
1) Rafforzare l’individualismo. Associare il proprio prodotto ad un messaggio di aumento di autovalutazione di colui che deciderà di farlo proprio.
2) Rafforzare i valori. Dare forza a valori emotivi che usualmente nella nostra società vengono sviliti o sottovalutati. Si fa leva allora sull’amore, la famiglia, l’amicizia, la patria, la difesa dell’ambiente come stile di vita naturale e originario.
3) Ridurre la depressione. E’ il male comune della società moderna senza dubbio. Attraverso approcci come “il gusto pieno della vita” o “l’ottimismo è il profumo della vita” è possibile risollevare nei cosnumatori l’approccio emozionale al prodotto e al processo di acquisto, dove la parte impulsiva torna a prevalere.

Tutto chiaro? Sei d’accordo?